Rischi
A - Rottura dell’intima
L’intima (parete interna dell’arteria che impedisce la formazione di grumi) può lacerarsi. Si formano quindi dei grumi a contatto della placca che si staccano e vengono trasportati dalla corrente sanguigna fino ad un’arteria cerebrale dove si bloccano (embolia cerebrale), provocando la distruzione dei neuroni irrorati da tale arteria (infarto cerebrale) (schemi 1 e 2).
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B - Necrosi della placca ateromasica
Se la placca ateromasica si necrotizza (liquefazione) e se questa sacca di necrosi si rompe nel lume arterioso, alcuni residui necrotici vengono trasportati dalla corrente sanguigna verso le arterie cerebrali (schemi 3, 4 e 5) con le stesse conseguenze del caso precedente (schema 2).
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C - Flusso circolatorio insufficiente
Se la stenosi (restringimento) della carotide è talmente significativa da ridurre la quantità di sangue, e quindi di ossigeno, che arriva al cervello, i neuroni smettono di funzionare in alcune regioni del cervello, o peggio, vengono distrutti (infarto cerebrale) (schema 6).
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Fig.6 : Infarto cerebrale dovuto ad un restringimento troppo importante |
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D - Trombosi della carotide e delle arterie cerebrali
Quando la stenosi (restringimento) evolve fino all’occlusione della carotide (carotide completamente ostruita). Tale occlusione può estendersi alle arterie cerebrali e ostruirle, distruggendo anche in questo caso i neuroni interessati (schema 7).
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Fig.7 : Infarto cerebrale dovuto ad una placca occlusiva |
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